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Quale riforma vogliamo per la Giustizia Minorile?

Comunicato a valle dell’ incontro del 6 aprile 2016

Il 6 aprile scorso a Genova presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, l’Associazione Libera ha organizzato e promosso con l’Unione Nazionale Camere Minorili, la Scuola Superiore della Magistratura, l’AIMMF un confronto fra la società civile e gli operatori del diritto sul disegno di legge approvato alla Camera il 9 marzo scorso e in discussione al Senato.
Ne hanno discusso con Adriano Sansa, ex sindaco di Genova ed ex Presidente del TM genovese, Chiara Volpato referente di Libera Genova, il Presidente della Sezione Famiglia del locale Tribunale Ordinario dottor Francesco Mazza Galanti, il Procuratore Capo della Repubblica dottor Franco Cozzi, l’avvocato Paola Lovati Presidente dell’Unione Nazionale Camere Minorili, l’avvocato Alberto Figone in rappresentanza di Aiaf Liguria, per la Presidente dell’Ordine degli assistenti sociali liguri la dott.ssa Laura Roccati, il Presidente dell’ordine degli Psicologi dott.ssa Lisa Cacia , il Procuratore Minori di Genova Cristina Maggia.
Grandi perplessità sono state formulate nel corso del confronto sul testo del disegno di legge che porterà alla soppressione dei Tribunali per I Minorenni e dei relativi Uffici di Procura, che saranno sostituiti da sezioni specializzate del Tribunale ordinario e da gruppi specializzati delle Procure Ordinarie.
Al di là dei nomi, ciò che è stato evidenziato dalla discussione è che la eliminazione dell’autonomia di organismi giudiziari che hanno contribuito a formare negli ultimi 40 anni in Italia una cultura minorile presa ad esempio dall’Europa – che anche di recente ha invitato gli Stati membri ad attestarsi sui nostri livelli di attenzione e garanzie al minore – riducendoli a sezioni o gruppi che dipendono da capi di uffici ordinari privi della necessaria specializzazione, porterà negli anni ad un peggioramento della qualità del servizio reso e alla progressiva sparizione della specializzazione stessa.

Proprio in un momento di grandi cambiamenti nei quali la società è tenuta ad affrontare sfide epocali come quella dell’immigrazione, fatta di famiglie e di giovani con serie problematiche di integrazione e inserimento, la provocata “normalizzazione “ di presidi ben funzionanti come i Tribunali per i Minorenni e le Procure Minori, in nome di un supposto risparmio, assolutamente non dimostrato, provoca allarme non solo fra gli addetti ai lavori, ma anche in tutta la cittadinanza che vive sulla propria pelle il disagio minorile e che sottolinea al contrario la necessità di alimentare una cultura di protezione della persona minore di età e non certo di indebolirla.
La particolare missione degli organismi giudiziari minorili ( Tribunale per i Minorenni e Procura per i Minorenni) che è quella della protezione del minore e della sua rieducazione prima ancora della sanzione, rende le loro caratteristiche uniche ed irrinunciabili. La capacità, in nome del primario obbiettivo di protezione e tutela, di lavorare in rete con i servizi sociali e sanitari, è una qualità che non può essere condivisa con le Procure Ordinarie cui spettano compiti di mera repressione dei reati.
L’ unificazione contenuta nella cosiddetta riforma, a dire di tutti i partecipanti al dibattito, non porterà alcun aumento di efficienza né di risparmio economico: per ottenere la prima sarebbero bastate riforme di natura meramente processuale da anni attese dagli operatori del diritto e quanto al risparmio il rischio è, di qui a qualche anno, di un aggravamento della criminalità minorile, trattata in modo meno specializzato, e di un aumento del disagio e della sofferenza sociali e quindi minorili, al momento contenuti da una capillare attività di prevenzione che difficilmente potrà essere continuata.
La domanda conclusiva quindi è stata: Perché distruggere ciò che funziona, ciò che l’Europa ci invidia? Perché in luogo di migliorare e valorizzare ciò che abbiamo dobbiamo rischiare di perderlo?